Con il Dpcm del 25 ottobre 2020, le porte degli impianti sportivi e delle piscine sono tornate ad essere chiuse.
Chiunque persegua degli obiettivi di gara sta già provvedendo a procurarsi programmi per il “mantenimento” da svolgere nel salotto di casa, magari acquistando qualche atrezzo di recente invenzione che aiuti a simulare il movimento natatorio.
Chi ama nuotare, però, sa che niente è come trovarsi in acqua, soprattuto se si vuole migliorare. Non cediamo alla disperazione! Per tutto il mese di novembre e soprattutto al centro-sud (dove la temperatura media dell’acqua è al di sopra dei 20°), munendosi di una buona muta, di una cuffia in neoprene e di un po’ di coraggio, è possibile continuare a nuotare in acque libere. Con 7.500 km di coste e una moltitudine di laghi immersi in scenari mozzafiato, l’Italia è territorio ideale per l’open water swimming.
Quali sono i vantaggi di nuotare in acque libere?
L’abitudine a nuotare in mare, in particolare per chi svolge sport come il triathlon, è fondamentale. Se da un lato si è agevolati da un migliore fattore di galleggiamento (per via della salinità dell’acqua) si deve far fronte alle onde, alla corrente e a una temperatura dell’acqua incostante, nonché abituarsi a doppiare le boe o i riferimenti.
Il lago, altrettanto, non può dirsi una piscina naturale: i fondali possono essere melmosi o popolati di alghe e l’assenza di onde può nascondere la presenza di altri fattori ambientali o corrente sfavorevole. In ogni caso in acque aperte ci si trova sempre davanti a piccoli imprevisti o a condizioni inaspettate che possono peggiorare la nostra performance, delle quali è importante essere consapevoli e abituati.
Ma è veramente benefico nuotare in acque libere nei mesi autunnali?
Sulle nostre spiagge e presso i laghi, dove prima c’erano sdraio e ombrelloni, fuori stagione troveremo velisti e surfisti. Per chi pratica gli watersport in Italia è del tutto normale allenarsi in autunno e persino in inverno, quando il litorale è sgombro e si può beneficiare del vento e delle onde di cui questi sport hanno bisogno. Il segreto è abituarsi gradualmente alle temperature meno confortevoli e dotarsi di un’attrezzatura sempre adeguata.
Esistono persino associazioni per chi pratica i “cimenti”, ovvero i bagni nei mesi più rigidi come l’Anta che promuove convegni sul beneficio di immergersi in inverno, a partire dalla prevenzione di patalogie cardiovascolari allo stimolo del sistema immunitario.
In realtà è opportuno approcciare al nuoto in acque libere con la massima serietà e prudenza, tanto più quando il clima non è proprio invitante.
Cosa posso fare per nuotare in sicurezza?
Il nuoto di fondo in acque aperte, l’open water swimming, non è uno sport molto praticato. Il primo disincentivo è la paura. La paura degli spazi aperti è legittima ed è opportuno prendere le dovute precauzioni.
- Nuotare paralleli alla costa, e non verso il largo, mantenendo chiari punti di riferimento – meglio se a una profondità massima di un metro/ un metro e mezzo;
- Nuotare dove è presente la figura di un bagnino ed organizzare gruppi di allenamento per non trovarsi mai da soli nelle acque libere;
- Allenare la capacità aerobica e non tuffarsi in acque aperte se le nostre condizioni psicofisiche o muscolari non sono ottimali;
- Verificare al necessità del galleggiante di sicurezza (per la visibilità).
Per far fronte alle temperature più basse è invece necessario:
- Nuotare nelle ore più calde della mattina in giorni senza vento scegliendo spot riparati;
- Munirsi di una muta e di una cuffia in neoprene o persino di scarpe per nuoto invernale;
- Attrezzarsi con una piccola tenda automatica e di tutto il necessario per asciugarsi rapidamente all’uscita dall’acqua;
- Rafforzare il proprio sistema immunitario con la corretta alimentazione;
- Abituarsi gradualmente a questo tipo di allenamenti.
Che programma posso svolgere per il nuoto in acque libere?
Ciascuno di noi ha obiettivi differenti e un diverso livello di partenza. Un’indicazione generica sull’allenamento in acque libere potrebbe essere quello di mantere sempre una buona base aerobica e cardiovascolare. In questo senso trovarsi in acque aperte è ottimale per praticare il fondo e dedicarsi alle lunghe distanze. Ritmo moderato, imparando ad alzare la testa per trovare la direzione. Per emulare invece quello che viene svolto in contesti controllati come la piscina, è possibile avvalersi di uno smartwatch sportivo, come: Garmin, Fitbit o Polar o basarsi su punti di riferimento posti a riva o boe, soprattutto per stabilire le distanze da percorrere.
Generalmente allenamenti per il miglioramento della resistenza alternano una fase di riscaldamento e dei set principali basati su ripetute e progressioni. Un esempio di allenamento potrebbe prevedere un warm up composto da 200 m liberi o a stile, poi gambe e ulteriori 200 con l’utilizzo del pullboy; infine una progressione lento-veloce su vasche da 50 mt con recuperi da, 20”. Riposato un minuto si può passare a ai set principali (quelli allenanti) per la copertura di 400 m divisi in vasche prima da 50, poi 100 (da fare a passo di gara) e 200 (anche spezzati lento-forte) aerobici con recuperi brevi da 10, max 15”.