Passa al Senato la legge sulla tutela dei ciclisti
Il codice della strada sta per cambiare per tutelare i ciclisti. Passa infatti al Senato la legge sulla tutela dei ciclisti che alcune grandi testate definiscono di “svolta”. Ma è davvero così?
Abbiamo già assistito a un gran numero di interventi palliativi sul tema della prevenzione sulle strade, in particolare a difesa di chi usa la bicicletta. L’ipocrisia di pensare al “green” come alle sole batterie al litio (non quelle dei cellulari, ma quelle delle automobili elettriche molto poco ecologiche), fa il pari con la costruzione di ciclabili nel nulla o persino non a norma, nelle grandi città. Solo per venire in contro a parametri cosiddetti europei.
Le città italiane si prestano alla circolazione in bicicletta almeno quanto le altre grandi europee, eppure nei principali capoluoghi, soprattutto Roma, la circolazione sulle due ruote risulta ancora davvero pericolosa, se non impossibile. Ci troviamo spesso davanti a ciclabili dissestate o ricavate dalla riduzione di corsie automobilistiche con un semplice tratto di pennello. Spesso a Roma la ciclabile è una minicorsia nascosta dalle auto in sosta, letale in prossimità degli incroci perché non permette all’automobilista di vedere chi sta transitando.
la bici è l’attività più praticata
Se assommiamo gli sportivi a chi semplicemente usa la bicicletta per spostarsi, il ciclismo può essere considerato l’attività più praticata in Italia. La pandemia ha poi visto un boom nell’utilizzo della bici, già molto popolare nel nostro paese. Il presidente di FCI Dagnoni ha ricordato:
“Sulla sicurezza dei ciclisti ci sono numeri drammatici ed è doveroso lavorare. E’ da tempo che se ne parla e speriamo che presto questa proposta possa diventare legge. Il ciclismo, in Italia, ha avuto un vero e proprio boom soprattutto in occasione della pandemia. Secondo una recente analisi Nielsen siamo il terzo sport più praticato, dietro palestre e running, e abbiamo più del doppio dei praticanti del calcio. E’ necessario formare una cultura del rispetto attraverso l’educazione stradale, cominciando dai più piccoli. Ringrazio i promotori di questo disegno di legge e tutti coloro che portano avanti iniziative di sensibilizzazione; insieme possiamo cambiare le cose”.
In cosa consiste la legge e perché ancora non basta
Tra gli altri interventi, la legge introdurrà domande nel quiz per la patente di guida riguardanti le manovre di sorpasso del ciclista. Distanziamento 1,5 metri. Certamente l’ostacolo della mentalità del guidatore è un nodo fondamentale per la tutela del ciclista e questi interventi sono un passo in avanti nell’educazione stradale.
Il difetto è però soprattutto strutturale e senza percorsi ciclabili veramente funzionali, per entrambi gli sportivi e gli utilizzatori, non si risolve molto. Spostarsi in bici è salutare perché in contrasto al fenomeno dell’obesità e della sedentarietà, ma soprattutto è l’unica versa soluzione green.
Tutelare i ciclisti significa creare spazi per chi pedala realmente separati da quelli automobilistici, con investimenti reali e controcorrente rispetto a quanto accaduto fino agli anni ’90. Aree dove c’è uno spostamento meno frenetico, garantiranno anche una ripresa dei piccoli negozi, per raggiungere i quali non c’è necessità di utilizzare l’auto.