Un cibo sano per ogni epoca
La ricerca di cibi salutari spesso si scontra con i falsi miti da sfatare sull’alimentazione. Questi miti sono collegati a fraintendimenti, credenze popolari e mode. Se i nostri nonni – o coloro che avevano vissuto in povertà – ritenevano una buona scelta alimentare i cibi “nutrienti”, ovvero con un alto tenore calorico, a partire dagli ’80 e ’90 si parla sempre più spesso di alimenti “light” (poi divenuti “zero”).
La crociata contro i grassi
Durante la moda dei cibi light, furono presi di mira i grassi. I formaggi venivano scremati della parte grassa e i prodotti dolciari preparati senza burro. I grassi sono naturalmente il macronutriente più calorico, quasi il doppio di proteine e carboidrati, ma la loro eliminazione ha portato molti a sbilanciare la propria dieta sugli zuccheri, decisamente meno sazianti e con un alto indice glicemico.
In questo periodo prendono piede i succedanei del pane, come gallette di riso o mais, poverissimi di grassi, ma spesso anche di proteine (perché prodotti con farine prive di glutine o molto raffinate) e quindi con un alto indice glicemico. Se le gallette sono un comodo ausilio per quantificare le calorie che mangiamo, non devono essere ritenute più “healthy” o salutari di un prodotto da forno tradizionale. Lo stesso vale per i crostini secchi, capaci di durare nella credenza molto più a lungo del pane, ma molto “concentrati” e quindi con più calorie per 100g.
Ce la siamo presi con i grassi sbagliati
Con l’avvento delle diete keto, si è invece ribaltata la situazione con un’eliminazione sistematica degli zuccheri e dei carboidrati. Anche in questo caso va ricordato che una dieta prolungata senza glucidi può avere effetti negativi, per esempio a livello ormonale. I prodotti “proteici” sono spesso amalgamati o “ammorbiditi” con la presenza di emulsionanti e grassi di vario tipo. Bisogna quindi ricordare che ad essere preferibili sono i grassi Omega 3 contenuti nel pesce, frutta secca e in alcuni oli vegetali, rispetto ai moltissimi grassi idrogenati presenti nei cibi industriali e in generale gli Omega 6 fautori di processi infiammatori.
Quali sono i falsi healthy food
- Prodotti senza glutine: la presenza del glutine nelle farine fa sì che l’indice glicemiche del prodotto finale sia più contenuto così come le calorie totali. A meno che non si soffra di celiachia, che è una patologia autoimmune che solo il medico può diagnosticare, è meglio preferire farine integrali a raffinate anche per le fibre contenute nel chicco intero dei cereali.
- Il bicchiere di vino: il consumo di alcol a tavola, meglio se di alta qualità, è una tradizione italiana occasione di convivialità. Il vino ha proprietà vaso-dilatanti ed è ricco di flavonoidi; la birra contiene un certo quantitativo di minerali e di vitamine. Detto ciò anche un solo bicchiere di vino al giorno non può definirsi una scelta salutare soprattutto per le donne, meno capaci di metabolizzarlo. L’etanolo non può essere metabolizzato dall’organismo e danneggia i neuroni e rappresenta inoltre calorie inutili, subito trasformate in grasso.
- Miele e zuccheri naturali: Il miele è per il 98% glucosio. Costituisce una valida alternativa allo zucchero raffinato perché naturale, ha leggere proprietà antibatteriche e il consumo incentiva l’apicoltura e la difesa delle api impollinatrici. Ciò detto va consumato con la stessa attenzione riservata allo zucchero semplice o comunque senza esagerare.
- Prodotti zero: i prodotti zero sono la nuova moda, successiva ai prodotti light. Rispetto ai prodotti light, nei prodotti zero gli zuccheri sono spesso assenti grazie a un uso più efficace dei dolcificanti (anche detti edulcoranti). Bisogna ricordare però che i dolcificanti sono di origine soprattutto chimica, hanno potere lassativo e sono limitati per legge. Se un singolo prodotto dolcificato non può farci male, il continuo consumo di dolcificanti può avere effetti non ancora accertati.
- Avocado: l’avocado è un frutto tropicale di gran moda. L’ampio consumo degli ultimi anni (spesso lo troviamo nel sushi e nei poke) prevede l’importazione del frutto da aree tropicali molto lontane, spesso minacciate dalla coltivazione intensiva di questo frutto. L’avocado è sponsorizzato come cibo “healthy”, quando è un frutto molto grasso e calorico, con caratteristiche nutrizionali degli oli, non superiori a quelle dell’olio di oliva. Andrebbe perciò consumato con moderazione, o maggiormente quando ci si trova nei paesi produttori.
- Il glutammato di sodio: se esistono i falsi cibi salutari, esistono anche i falsi pericoli. Il glutammato è una sostanza capace di aumentare la sapidità delle carni e dei formaggi, scoperta da un chimico giapponese. Un sapore differente dal semplice “salato”. Il glutammato è parente dell’aminoacido glutammina e poiché legato al sodio, va utilizzato bilanciandolo con il sale già presente nei cibi (per esempio non aggiungendo salsa di soia a cibi già salati o molto saporiti). Di per sé non rappresenta un pericolo per la nostra salute.
La cara vecchia dieta bilanciata
Modelli alimentari, diciamo, tradizionali come la dieta mediterranea – incorporano cibi stagionali, un alto tenore di legumi, ortaggi e frutta, proteine provenienti soprattutto da pesce, uova e pollame. Altre abitudini alimentari con una lunga storia, come quelle dei cinesi, hanno caratteristiche simili a livello nutrizionale. Un bilanciamento tra tutti i nutrienti a ogni pasto (40:30:30 il più comune) è una buona strategia alimentare. Così anche il limitare il consumo di cibi fritti, altamente processati o con altissimo tenore calorico come i dolci e carni rosse specialmente se troppo cotte, sono raccomandazioni banali, ma sempre valide. Quantificare il consumo del sale è poi la chiave per sopravvivere alla sfida di un’alimentazione sana e consapevole. Consigli banali sì, ma sempre di moda.