Non è solo marketing
Non è solo marketing. Quando abbiamo ragionato su quali valori potessero legare il nostro brand allo sport, abbiamo subito pensato alla libertà e all’autodeterminazione. Per questo ci siamo tenuti ben lontani dai “metodi distributivi” piuttosto ambigui (diciamo anche piramidali) che contraddistinguono il lavoro di molti competitor. Abbiamo piuttosto lanciato una campagna che descrivesse il valore del prodotto, permettendo agli atleti di provarlo. In modo onesto e senza false promesse.
Giuste o sbagliate che siano le scelte di chi governa, non c’è dubbio che i valori di cui stiamo parlando siano stati messi in crisi dalla situazione corrente. Si badi bene, non è un errore di chi scrive: non è solo lo sport a essere vessato, ma sono gli stessi valori su cui si fonda a essere messi in discussione. A soffrirne sono soprattutto i più giovani che nello sport trovano un percorso educativo e di costruzione della personalità.
Senza una generazione di cadetti, juniores ed emergenti in generale, soffriremo tra qualche anno il probabile crollo delle performance medie. L’esempio è già sotto i nostri occhi: un generale disinvestimento dallo sport, ha portato in Italia all’abbassamento delle performance medie nell’atletica (corsa su strada e su pista) dopo decenni di crescita costante. Persino in sport di largo seguito come il calcio si è perso valore. Tenuti lontani dalle gare, dalle palestre e dai centri sportivi, i giovani non potranno formarsi e migliorare. Soprattutto non riusciranno ad affezionarsi alla disciplina, in virtù di qualcos’altro.
Non è come l’anno scorso
La voglia di gareggiare – diciamolo senza taboo, anche di aggregazione – è grande negli occhi di chiunque si incontri, mentre si sta allenando su una strada di campagna o in un parco. Lo sforzo degli organizzatori, delle federazioni e delle autorità locali è immenso nel rendere possibili manifestazioni che siano al contempo contenute, ma sfidanti per i partecipanti; sicure, ma godibili per gli amanti dello sport. Non possiamo, però limitarci a un retorico encomio di chi ci permette di “ripartire in sicurezza”.
È necessario richiamare l’attenzione sull’esigenza di rendere lo sport sempre possibile e nuovamente aggregante. È necessario pretendere investimenti da parte dello Stato e uno sforzo dai privati. Perché senza presente, non c’è futuro. Soprattutto nello sport.
Roma Sprint Festival
Tra chi ha voluto dare una vetrina all’atletica per la ripartenza c’è il Roma Sprint Festival, patrocinato da F.I.D.A.L., di cui Sprintade® è fiero sponsor. Un evento che vede la sua coraggiosa nascita proprio nel 2021. Nella splendida cornice dello Stadio dei Marmi a Roma, lo stadio dedicato dedicato al grande Pietro Mennea – che ci ha commosso – l’evento è stato una grande festa di atletica nell’anno più difficile che lo sport possa ricordare. A fronteggiarsi gli atleti Elite, Junior e Cadetti delle categorie 100 e 150 metri piani, 110 e 400 metri ostacoli. Riteniamo appunto che il compito di tutte le parti in causa in un momento come questo sia anche quello di sostenere materialmente la possibilità di fare sport.
Nazionali di Paraduathlon e Duathlon – San Benedetto del Tronto
Sprintade® è anche quest’anno al fianco dell’Adriatic Series che vede la sua partenza con i nazionali di duathlon sprint F.I.TRI. di San Benedetto del Tronto. Ottima la partecipazione, che ha visto gareggiare anche gli atleti del paraduathlon con una coraggiosa performance di Pier Alberto Buccoliero (1° classificato), Loris Capanna (2°) e Francesco De Maio (3°). Per i maschili di Duathlon abbiamo assistito al successo di Gregory Barnaby (0:49:32); al successo quasi conteso di Luisa Iogna-Prat (0:56:14) e Sharon Spimi (0:56:23).
Non vediamo l’ora di rincontrare gli atleti e gli organizzatori per il triathlon olimpico di Porto Recanati in programma il prossimo 2 maggio.
Continuiamo a correre!